Imparare l'inglese? E' un gioco da bambini!
Le attività più importanti per facilitare la nascita
e/o lo sviluppo del bilinguismo nei bambini
Una cosa importante è cercare di rendere facile e/o divertente l'utilizzo della (seconda) lingua! Così che possa essere utilizzata attivamente o passivamente in maniera naturale...
Un altro aspetto facilitante è quello di avere un modello di riferimento che utilizzi la (seconda) lingua entrando a fare parte del mondo dei bambini nelle loro attività quotidiane.
E' necessario, inoltre, utilizzare riferimenti conosciuti, quali attività, routines ed oggetti di uso quotidiano.
L'utilizzo di storie (in varie forme: lette, recitate, guardate, ascoltate, etc) aiuta a fare entrare in confidenza con la (seconda) lingua e a creare collegamenti tra le due lingue sulla base di informazioni già acquisite.
E' fortemente consigliato il completo coinvolgimento a 360° (stimolazioni visive, audio, e con giochi tattili ed emozionali - vincere un gioco giocato in lingua rappresenterà una bella spinta per l'apprendimento, anche didattico).
E' fondamentale che i genitori siano consapevoli che tutto va fatto per grado e con metodo, altrimenti ci sarà solo una grande confusione.
E' saliente per i genitori avere le giuste aspettative, quindi partite per gradi da vocaboli e da brevissime e semplici frasi di uso comune, facendovi aiutare da professionisti se ne avete l'esigenza.
Dal punto di vista didattico la seconda lingua come qualunque altra "materia" quando insegnata ai bambini ha bisogno di: routine, costanza, ripetizione, continuità!
In fine l'ultima cosa di cui tenere conto è che il primo passo verso il bilinguismo è il bilinguismo passivo, quindi non sorprendetevi se a domande fatte in lingua (inglese), ricevete risposte nella prima lingua (italiano), ma compiacetevi invece del fatto che hanno risposto e risposto correttamente comprendendo senza problemi la domanda!
Studi confermano che prima viene introdotta la seconda lingua più saranno buone le possibilità di arrivare ad un bilinguismo perfetto ed equilibrato; infatti prima si comincia ad imparare la seconda lingua maggiori saranno le possibilità di avere un bilinguismo in cui non si sentirà l'accento!
Anche se il vostro obbiettivo non è quello di fare diventare i vostri bambini completamente bilingui, l'apprendimento delle lingue in tenera età è caldamente consigliato; infatti studi confermano che intorno ai 3 anni viene raggiunto l'apice dello sviluppo linguistico in termini di capacita di acquisizione.
Con le giuste accortezze si potrebbe anche crescere un bambino bilingue nonostante la famiglia non sia bilingue, per loro è facile imparare una nuova lingua e può essere fatto in maniera molto naturale se protratto con costanza... ed ora insieme con #MissLaura ed i suoi metodi #InMusic e #FunABC di #E4YC è anche divertente!!!
15/06/2014
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
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Il logopedista e l'apprendimento dell'inglese
Lo sviluppo delle diverse fasi della comunicazione
nei bambini piccoli
A partire dai 3 mesi, i bambini sono in grado di riconoscere i diversi registri linguistici.
Intorno ai 18 mesi i bambini hanno di solito già costruito un nutrito vocabolario di parole semplici che li rendono in grado di comunicare bisogni e concetti di base, iniziando a combinarle tra di loro per creare delle piccole frasi molto semplici.
Questa fase rappresenta un momento molto importante, in quanto è la base per lo sviluppo delle strutture più complesse; infatti i genitori e chi trascorre tempo con il bambino dovrebbe rafforzare le frasi da lui create completandole, correggendole, inserendo strutture sintattiche più complesse e dando un riscontro ed un rinforzo positivo al bambino per il "lavoro" che sta facendo.
In questo modo si fornisce al bambino un modello corretto e si sostiene non solo dal punto di vista comunicativo ma anche da quello emotivo.
Intorno ai 2 anni e mezzo o 3 circa, le frasi iniziano a strutturarsi in modo più organizzato e completo, con l'introduzione dei primi articoli ed i primi verbi.
Intorno ai 3 anni e mezzo un bambino dovrebbe già essere in grado di produrre frasi piuttosto complesse e questa è la riprova che il linguaggio nel bambino si è quindi quasi completamente strutturato.
Tra i 2 anni e mezzo ed i 3 anni e mezzo, dato che l'abilità di produzione orale diventa sempre più raffinata, è possibile che il bambino voglia esprimere contenuti piuttosto complessi è quindi consigliato aiutarlo sia per i contenuti che per la forma.
Il lessico si sviluppa principalmente tra gli 1 e i 2 anni e la quantità minima che il bambino dovrebbe essere in grado di produrre (onomatopeiche, nomi, parole...) dovrebbe essere intorno alle 50 parole.
Tenete presente che il bilinguismo (prima passivo e poi attivo), quando iniziato dai pochi mesi, potrebbe comportare un leggero ritardo della prima fase di produzione orale. Questo però non è un problema, in quanto i bambini bilingui svilpperanno maggiore facilità e velocita di elaborazione mentale, proprio perchè abituati a passare da una lingua all'altra. Quindi il ritardo può essere visto semplicemente come il tempo necessario al bambino per scegliere con quale delle due lingue vuole esprimersi per prima.
In alcuni casi i bambini hanno (sempre o per una determinata fase temporale) una lingua preferita o più forte (risultando in un bilinguismo sbilanciato, soprattutto se iniziata in un secondo momento). Con l'andare del tempo questa è una situazione che si riequilibra naturalmente.
E4YC rispetta i tempi di ogni bambino e ricordate... le buone abitudini si imparano da piccoli!
03/05/2015
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Il logopedista e l'apprendimento dell'inglese
Lo sviluppo delle diverse fasi della comunicazione
nei bambini piccoli
A partire dai 3 mesi, i bambini sono in grado di riconoscere i diversi registri linguistici.
Intorno ai 18 mesi i bambini hanno di solito già costruito un nutrito vocabolario di parole semplici che li rendono in grado di comunicare bisogni e concetti di base, iniziando a combinarle tra di loro per creare delle piccole frasi molto semplici.
Questa fase rappresenta un momento molto importante, in quanto è la base per lo sviluppo delle strutture più complesse; infatti i genitori e chi trascorre tempo con il bambino dovrebbe rafforzare le frasi da lui create completandole, correggendole, inserendo strutture sintattiche più complesse e dando un riscontro ed un rinforzo positivo al bambino per il "lavoro" che sta facendo.
In questo modo si fornisce al bambino un modello corretto e si sostiene non solo dal punto di vista comunicativo ma anche da quello emotivo.
Intorno ai 2 anni e mezzo o 3 circa, le frasi iniziano a strutturarsi in modo più organizzato e completo, con l'introduzione dei primi articoli ed i primi verbi.
Intorno ai 3 anni e mezzo un bambino dovrebbe già essere in grado di produrre frasi piuttosto complesse e questa è la riprova che il linguaggio nel bambino si è quindi quasi completamente strutturato.
Tra i 2 anni e mezzo ed i 3 anni e mezzo, dato che l'abilità di produzione orale diventa sempre più raffinata, è possibile che il bambino voglia esprimere contenuti piuttosto complessi è quindi consigliato aiutarlo sia per i contenuti che per la forma.
Il lessico si sviluppa principalmente tra gli 1 e i 2 anni e la quantità minima che il bambino dovrebbe essere in grado di produrre (onomatopeiche, nomi, parole...) dovrebbe essere intorno alle 50 parole.
Tenete presente che il bilinguismo (prima passivo e poi attivo), quando iniziato dai pochi mesi, potrebbe comportare un leggero ritardo della prima fase di produzione orale. Questo però non è un problema, in quanto i bambini bilingui svilpperanno maggiore facilità e velocita di elaborazione mentale, proprio perchè abituati a passare da una lingua all'altra. Quindi il ritardo può essere visto semplicemente come il tempo necessario al bambino per scegliere con quale delle due lingue vuole esprimersi per prima.
In alcuni casi i bambini hanno (sempre o per una determinata fase temporale) una lingua preferita o più forte (risultando in un bilinguismo sbilanciato, soprattutto se iniziata in un secondo momento). Con l'andare del tempo questa è una situazione che si riequilibra naturalmente.
E4YC rispetta i tempi di ogni bambino e ricordate... le buone abitudini si imparano da piccoli!
03/05/2015
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Inglese per bambini: imparare con la tecnologia?
La tecnologia come supporto alla fase di apprendimento (delle lingue) per i più giovani:
opportunità o minaccia?
Numerosi studi provano che a partire dai primi anni (e a volte mesi) di vita, i bambini sono continuamente esposti e a contatto con i più diversi stimoli, inclusi quelli di strumenti tecnologici dei più vari (tv, cellulari, giochi elettronici, pc per bambini, tablets, etc).
Esperienza conferma, inoltre, che i bambini - anche i più piccoli - sono molto attratti dalla tecnologia, dalle novità e dalle numerose potenzialità che questi strumenti hanno, divertendosi in modo particolare con le innumerevoli possibilità ed attività che possono sperimentare in mille e uno modi (suoni, musica, video, immagini, applicazioni, etc).
Studi confermano che possono essere un aiuto per lo stimolo della creatività.
I giovanissimi poi dimostrano una facilità innata a maneggiare la tecnologia e un magnetismo nell'utilizzare direttamente, in prima persona, gli strumenti che vengono messi dinnanzi a loro, volendo toccare e pigiare e selezionare loro le icone desiderate e preferite.
I bambini hanno le idee molto chiare circa cosa piace loro e cosa no.
Nel mondo interattivo in cui viviamo oggi questo è sicuramente qualcosa che non può mancare, ma come renderlo una opportunità ed una fonte di apprendimento e di miglioramento, invece che una minaccia per i bambini?
Oggigiorno la tecnologia rappresenta un elemento imprescindibile del nostro "mondo" e per i bambini utilizzarla è una cosa assolutamente naturale. E' per questo molto importante che i bambini utilizzino questi strumenti in maniera adeguata, con modo, educazione, rispetto e metodo ma anche per finalità non esclusivamente ludiche e di intrattenimento!
Molti genitori sono spaventati anche dal fatto che normalmente tablets e smartphones sono molto costosi e che quindi sono giocattoli molto impegnativi, quando in mano a bambini.
Mi trovate decisamente d'accordo su questo punto: sconsiglio e personalmente critico quando vedo un bambino giocare con un giocattolo da 5-700 euro!
Inoltre segnalo che un altro problema legato all'utilizzo intensivo della tecnologia è quello legato alla (scarsa) socialità.
Ma allora, dovremmo far avvicinare i più piccoli (ed educare coloro che sono già un po' più grandi) a questi strumenti tanto ammirati ed agogniati? Ma soprattutto, come si possono sfruttare tutti quegli aspetti positivi legati alla didattica, educazione, multimedialità e stimolazione?
Sì, la tecnologia è una risorsa molto utile, e come insegnante educatrice e donna di esperienza, consiglio di avere il giusto approccio con questi strumenti, che se ben utilizzati possono essere meravigliosi (da un punto di vista didattico)! I bambini possono utilizzare strumenti elettronici a loro dedicati e pensati. Ciò significa che i genitori dovrebbero acquistare se vogliono, dei tablet appositi per i loro figli, con applicazioni pensate ad hoc per i bambini e per le loro necessità educative, che insieme al essere un bel regalo rappresentano anche la soluzione al problema del valore, in quanto sono molto economici.
In fine bisogna che noi grandi ci ricordiamo che il problema è che non si può sostituire un rapporto personale o la conversazione con la tecnologia, che è quindi solo e semplicemente uno degli strumenti utili a facilitare l'avvicinamento alla lingua ed a stimolarne l'interesse o a crearne la curiosità, ma non lo strumento e soprattutto e sicuramente non il metodo unico, mai!
I bambini hanno sempre e comunque la necessità di comunicare, interagire e scambiare informazioni con una persona reale e per imparare una lingua serve non solo l'approccio giusto, ma anche il metodo.
Ecco perché dagli anni di esperienza di insegnamento è nato E4YC, metodo strutturato ed organizzato ma con approccio divertente e ludico, per offrire ai bambini il meglio di tutto e far loro imparare la lingua inglese -quando possibile - come se fosse la loro prima lingua in modo naturale e coinvolgente!
La tecnologia, da sola non può bastare! Ma se è un pezzo del puzzle, uno degli strumenti.... allora aiuta e molto!
01/07/2018
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Bambini bilingue?
Apprendono più velocemente!
Questa volta un articolo che non è mio...
Ho trovato questo scritto molto interessante che parla del bilinguismo: studi confermano che il bilinguismo rende i bambini capaci di apprendere (tutto) più velocemente.
Il bilinguismo infatti contribuisce ad un importante potenziamento cognitivo nel cervello dei bambini che va oltre l'apprendimento delle due lingue creando un vantaggio in molti ambiti. E4YC contribuisce a tutto questo!
L'articolo lo potete trovare su un blog dedicato, al seguente link:
http://www.nostrofiglio.it/neonato/0-3-mesi/bambini-bilingue-apprendono-piu-velocemente
Quanto bilingue si può essere?
Non esiste un unico e solo modo per poter essere bilingue. Infatti se si considera il bilinguismo come una condizione che permette ad un individuo adulto o bambino di trovarsi perfettamente a proprio agio con due lingue differenti, si possono verificare diverse situazioni.
E' possibile constatare un bilinguismo totale, ed equilibrato; oppure anche incappare in situazioni di bilinguismo non equilibrato con le due lingue che non sono forti allo stesso modo, o altrimenti trovarsi nel caso di un bilinguismo passivo, che di solito precede la fase più completa del bilinguismo attivo; o ancora avere situazioni eccezionali in cui si ha un bilinguismo totale ed equilibrato ma con alcune aree tematiche, argomenti, concetti che per ragioni di abitudine, studio, o maggiore pertinenza linguistica vengono vissuti in maniera più naturale in una lingua piuttosto che nell'altra.
Queste situazioni possono dipendere da numerosi fattori.
Naturalmente un bilinguismo completo, equilibrato e a tutto tondo viene più facilmente sviluppato quanto più giovane è l'età in cui il bambino inizia ad essere esposto alla "seconda" lingua. Come già detto in precedenza, il cervello dei bambini fin da una tenerissima età (3 mesi) è formidabile ed è in grado di identificare e di riconoscere i diversi registri linguistici. Questo prova che il bilinguismo è assolutamente naturale e facile per i bambini, se portato avanti correttamente. Proprio per questi motivi, con una esposizione alle lingue che sia equiparabile in termini sia qualitativi che quantitativi, in questi casi si potrà raggiungere l'obiettivo in modo ottimale. C'è da notare però che una determinata lingua potrebbe meglio rispondere in determinati casi a specifiche esigenze linguistiche, o essere preferita dalla persona in questione e quindi si possono realizzare casi di temporaneo parziale squilibrio nell'affrontare selezionati argomenti.
Iniziando molto presto è più facile ottenere un bilinguismo totale, ma in alcuni casi si verifica il presentarsi delle prime parole in maniera più tardiva. Questo ritardo nel (decidere di) iniziare a parlare può dipendere da problemi logopedici, uditivi, psicologici, deficit dell'attenzione, autismo come semplicemente dalla naturale evoluzione cognitiva del vostro bambino o da una più lunga elaborazione causata da una valutazione che il bambino sta facendo per cercare di capire in quale lingua vorrà dire la sua prima parola. In questo ultimo caso il bambino potrebbe risultare avere una preferenza per una lingua o un'altra, nonostante il fatto che sia perfettamente bilingue.
Con una esposizione tardiva o non equilibrata in termini di ore e tematiche esposte in lingua, il bambino potrebbe invece essere indotto ad avere una lingua di preferenza. Anche in questo caso il bambino può risultare perfettamente bilingue (o quasi).
Vien da sè dire che più si ritarda l'esposizione alla (sempre più) seconda lingua, minori saranno le possibilità di ottenere un bilinguismo ottimale, organico ed equilibrato.
L'aspetto di selezione tematica però non capita esclusivamente nei casi di bilinguismo, è infatti un fenomeno che si può considerare più ampio. Se per esempio consideriamo noi stessi (ipotizzando di parlare anche una sola lingua) ci saranno sempre argomenti su cui ci sentiamo più forti ed in cui abbiamo una maggiore padronanza di termini e di concetti. Il cervello umano è straordinario e ha sempre delle sorprese, quindi potrebbe semplicemente essere questo il caso.
Per finire, potremmo ottenere anche un bilinguismo squilibrato in cui la persona, seppure a proprio agio con entrambe le lingue, non possiede equivalente proprietà di linguaggio.
Se la persona non raggiunge livelli fluenti e buona proprietà di linguaggio in entrambe le lingue in modo comparabile, non si può ritenere che l'obiettivo del bilinguismo sia stato un successo, pertanto non è stato raggiunto l'obiettivo.
Faccio, per finire, anche una nota circa un aspetto troppo spesso sottovalutato a riguardo della possibilità, nei bambini e nei ragazzi, di raggiungere un bilinguismo temporaneo, quindi un parziale, magari anche squilibrato ma fluente ed apparentemente completo (almeno a comparazione con gli altri coetanei) che però, se non coltivato nel modo giusto e protratto adeguatemente, può facilmente, velocemente ed anche (agli occhi dei genitori) inaspettatamente regredire ad una semplice conoscenza più o meno base della seconda lingua.
Quindi, attenzione a celebrare vittoria troppo presto, questo è un percorso lungo e che necessita di impegno, coerenza e consuetudini. Continuate, sempre e con costanza se non volete vedere i vostri meravigliosi risultati sfumare via ad un battito di ciglia.
29/04/2020
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Non esiste un unico e solo modo per poter essere bilingue. Infatti se si considera il bilinguismo come una condizione che permette ad un individuo adulto o bambino di trovarsi perfettamente a proprio agio con due lingue differenti, si possono verificare diverse situazioni.
E' possibile constatare un bilinguismo totale, ed equilibrato; oppure anche incappare in situazioni di bilinguismo non equilibrato con le due lingue che non sono forti allo stesso modo, o altrimenti trovarsi nel caso di un bilinguismo passivo, che di solito precede la fase più completa del bilinguismo attivo; o ancora avere situazioni eccezionali in cui si ha un bilinguismo totale ed equilibrato ma con alcune aree tematiche, argomenti, concetti che per ragioni di abitudine, studio, o maggiore pertinenza linguistica vengono vissuti in maniera più naturale in una lingua piuttosto che nell'altra.
Queste situazioni possono dipendere da numerosi fattori.
Naturalmente un bilinguismo completo, equilibrato e a tutto tondo viene più facilmente sviluppato quanto più giovane è l'età in cui il bambino inizia ad essere esposto alla "seconda" lingua. Come già detto in precedenza, il cervello dei bambini fin da una tenerissima età (3 mesi) è formidabile ed è in grado di identificare e di riconoscere i diversi registri linguistici. Questo prova che il bilinguismo è assolutamente naturale e facile per i bambini, se portato avanti correttamente. Proprio per questi motivi, con una esposizione alle lingue che sia equiparabile in termini sia qualitativi che quantitativi, in questi casi si potrà raggiungere l'obiettivo in modo ottimale. C'è da notare però che una determinata lingua potrebbe meglio rispondere in determinati casi a specifiche esigenze linguistiche, o essere preferita dalla persona in questione e quindi si possono realizzare casi di temporaneo parziale squilibrio nell'affrontare selezionati argomenti.
Iniziando molto presto è più facile ottenere un bilinguismo totale, ma in alcuni casi si verifica il presentarsi delle prime parole in maniera più tardiva. Questo ritardo nel (decidere di) iniziare a parlare può dipendere da problemi logopedici, uditivi, psicologici, deficit dell'attenzione, autismo come semplicemente dalla naturale evoluzione cognitiva del vostro bambino o da una più lunga elaborazione causata da una valutazione che il bambino sta facendo per cercare di capire in quale lingua vorrà dire la sua prima parola. In questo ultimo caso il bambino potrebbe risultare avere una preferenza per una lingua o un'altra, nonostante il fatto che sia perfettamente bilingue.
Con una esposizione tardiva o non equilibrata in termini di ore e tematiche esposte in lingua, il bambino potrebbe invece essere indotto ad avere una lingua di preferenza. Anche in questo caso il bambino può risultare perfettamente bilingue (o quasi).
Vien da sè dire che più si ritarda l'esposizione alla (sempre più) seconda lingua, minori saranno le possibilità di ottenere un bilinguismo ottimale, organico ed equilibrato.
L'aspetto di selezione tematica però non capita esclusivamente nei casi di bilinguismo, è infatti un fenomeno che si può considerare più ampio. Se per esempio consideriamo noi stessi (ipotizzando di parlare anche una sola lingua) ci saranno sempre argomenti su cui ci sentiamo più forti ed in cui abbiamo una maggiore padronanza di termini e di concetti. Il cervello umano è straordinario e ha sempre delle sorprese, quindi potrebbe semplicemente essere questo il caso.
Per finire, potremmo ottenere anche un bilinguismo squilibrato in cui la persona, seppure a proprio agio con entrambe le lingue, non possiede equivalente proprietà di linguaggio.
Se la persona non raggiunge livelli fluenti e buona proprietà di linguaggio in entrambe le lingue in modo comparabile, non si può ritenere che l'obiettivo del bilinguismo sia stato un successo, pertanto non è stato raggiunto l'obiettivo.
Faccio, per finire, anche una nota circa un aspetto troppo spesso sottovalutato a riguardo della possibilità, nei bambini e nei ragazzi, di raggiungere un bilinguismo temporaneo, quindi un parziale, magari anche squilibrato ma fluente ed apparentemente completo (almeno a comparazione con gli altri coetanei) che però, se non coltivato nel modo giusto e protratto adeguatemente, può facilmente, velocemente ed anche (agli occhi dei genitori) inaspettatamente regredire ad una semplice conoscenza più o meno base della seconda lingua.
Quindi, attenzione a celebrare vittoria troppo presto, questo è un percorso lungo e che necessita di impegno, coerenza e consuetudini. Continuate, sempre e con costanza se non volete vedere i vostri meravigliosi risultati sfumare via ad un battito di ciglia.
29/04/2020
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Come incoraggiare lo sviluppo della parola nel vostro bambino
Per tutti i bambini lo sviluppo della parola è un processo lento e graduale. Il principale modo per iniziare questo processo è quello di stimolare il bambino parlandogli molto, quotidianamente. Questo vale anche per bambini più grandi con ritardi nel parlare.
Così facendo esporrete il bambino a nuove e ricorrenti parole, suoni, scandendo chiaramente le parole ed abbinandole non solo alle immagini/oggetti, ma anche ai movimenti delle labbra e della lingua. Coinvolgete il bambino con attività, parole e suoni (anche buffi), stimolandolo con domande semplici a cui sarà in grado di "rispondere" (compatibilmente con l'età).
Sono ottime risorse per portare avanti questa attività anche: libri e flash cards.
La lettura è un grande sussidio quando si parla di incrementare il vocabolario in modo da ampliare le parole (ri)conosciute grazie al fatto di poterle abbinare alle immagini, saranno poi in grado di riconoscerle nella vita reale di tutti i giorni.
Le flash cards sono tra gli strumenti didattici che io personalmente preferisco e che i miei studenti adorano fino a quando diventano grandi! Questo strumento è ottimo per la memorizzazione di nuovi vocaboli, il ripasso, quiz giochi e la creazione di storie fantasiose e sempre nuove!
Ricordatevi che gli obiettivi da raggiungere per poter arrivare a parlare sono indicativi e le tempistiche possono variare per ogni bambino. Il fatto che vostro figlio non raggiunga tempestivamente gli obiettivi non significa necessariamente che presenti un ritardo nel parlare.
Un ultimo suggerimento che mi sento di dare è quello di cercare di avere costanza, ma senza opprimere il bambino, mantenendo un atteggiamento propositivo, giocoso e attivo. Ecco quindi che attività quali l'ascolto di canzoni e l'abbinamento a movimenti (più o meno semplici, a seconda dell'età) danno grandi soddisfazioni sia ai grandi che ai piccini!
29/09/2021
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Per tutti i bambini lo sviluppo della parola è un processo lento e graduale. Il principale modo per iniziare questo processo è quello di stimolare il bambino parlandogli molto, quotidianamente. Questo vale anche per bambini più grandi con ritardi nel parlare.
Così facendo esporrete il bambino a nuove e ricorrenti parole, suoni, scandendo chiaramente le parole ed abbinandole non solo alle immagini/oggetti, ma anche ai movimenti delle labbra e della lingua. Coinvolgete il bambino con attività, parole e suoni (anche buffi), stimolandolo con domande semplici a cui sarà in grado di "rispondere" (compatibilmente con l'età).
Sono ottime risorse per portare avanti questa attività anche: libri e flash cards.
La lettura è un grande sussidio quando si parla di incrementare il vocabolario in modo da ampliare le parole (ri)conosciute grazie al fatto di poterle abbinare alle immagini, saranno poi in grado di riconoscerle nella vita reale di tutti i giorni.
Le flash cards sono tra gli strumenti didattici che io personalmente preferisco e che i miei studenti adorano fino a quando diventano grandi! Questo strumento è ottimo per la memorizzazione di nuovi vocaboli, il ripasso, quiz giochi e la creazione di storie fantasiose e sempre nuove!
Ricordatevi che gli obiettivi da raggiungere per poter arrivare a parlare sono indicativi e le tempistiche possono variare per ogni bambino. Il fatto che vostro figlio non raggiunga tempestivamente gli obiettivi non significa necessariamente che presenti un ritardo nel parlare.
Un ultimo suggerimento che mi sento di dare è quello di cercare di avere costanza, ma senza opprimere il bambino, mantenendo un atteggiamento propositivo, giocoso e attivo. Ecco quindi che attività quali l'ascolto di canzoni e l'abbinamento a movimenti (più o meno semplici, a seconda dell'età) danno grandi soddisfazioni sia ai grandi che ai piccini!
29/09/2021
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Tempistiche ed obiettivi dello sviluppo del linguaggio
Bisogna considerare che le tempistiche per il raggiungimento dei vari steps che portano ad un completo sviluppo del linguaggio sono individuali e possono variare da bambino a bambino, però vi offrirò in questo articolo alcune linee guida.
Ricordo che se avete dubbi circa un eventuale ritardo riguardante lo sviluppo del linguaggio per vostro figlio, dovete necessariamente entrare in contatto con un esperto, in grado di valutare correttamente la situazione. Se il bambino è bilingue, l'esperto deve avere esperienza comprovata con bambini bilingui.
1-3 mesi: pianto e suoni gutturali, il bambino osserva molto ed ascolta le voci circostanti,
3-6 mesi: il bambino a 3 mesi è in grado di riconoscere i diversi registri linguistici (vi farà una faccia "strana" se provate a parlare un'altra lingua), inizia a fare suoni più variegati, ride e piange in maniera differente
6-9 mesi: il bambino inizia a fare suoni con qualche vocale, imita toni e suoni, i suoni non sono ancora parole distinguibili
12-18 mesi: il bambino inizia a produrre alcune parole, indicare persone conosciute ed oggetti, riconoscere parti del corpo
18-24 mesi: il bambino acquisisce confidenza nel parlare, conosce una 50ina di parole ed inizia a mettere insieme piccole frasi di 2 o 3 parole, è ora in grado di seguire istruzioni semplici e rispondere a domande facili
24-36 mesi: il bambino inizia a parlare con frasi di 3 o 4 parole in modo chiaro utilizzando parole conosciute, segue istruzioni e conosce circa 200 parole o anche più, fa riferimento a sè stesso con io o me
36-48 mesi: il bambino inizia ad imparare come costruire correttamente una frase, parla chiaramente, segue le regole base della lingua, comunicano con errori ma in modo efficace, sono curiosi e chiedono il nome degli oggetti, conoscono circa 1000 o più parole incluse: se, quando, perchè, emozioni, numeri e lettere dell'alfabeto.
20/02/2022
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC
Bisogna considerare che le tempistiche per il raggiungimento dei vari steps che portano ad un completo sviluppo del linguaggio sono individuali e possono variare da bambino a bambino, però vi offrirò in questo articolo alcune linee guida.
Ricordo che se avete dubbi circa un eventuale ritardo riguardante lo sviluppo del linguaggio per vostro figlio, dovete necessariamente entrare in contatto con un esperto, in grado di valutare correttamente la situazione. Se il bambino è bilingue, l'esperto deve avere esperienza comprovata con bambini bilingui.
1-3 mesi: pianto e suoni gutturali, il bambino osserva molto ed ascolta le voci circostanti,
3-6 mesi: il bambino a 3 mesi è in grado di riconoscere i diversi registri linguistici (vi farà una faccia "strana" se provate a parlare un'altra lingua), inizia a fare suoni più variegati, ride e piange in maniera differente
6-9 mesi: il bambino inizia a fare suoni con qualche vocale, imita toni e suoni, i suoni non sono ancora parole distinguibili
12-18 mesi: il bambino inizia a produrre alcune parole, indicare persone conosciute ed oggetti, riconoscere parti del corpo
18-24 mesi: il bambino acquisisce confidenza nel parlare, conosce una 50ina di parole ed inizia a mettere insieme piccole frasi di 2 o 3 parole, è ora in grado di seguire istruzioni semplici e rispondere a domande facili
24-36 mesi: il bambino inizia a parlare con frasi di 3 o 4 parole in modo chiaro utilizzando parole conosciute, segue istruzioni e conosce circa 200 parole o anche più, fa riferimento a sè stesso con io o me
36-48 mesi: il bambino inizia ad imparare come costruire correttamente una frase, parla chiaramente, segue le regole base della lingua, comunicano con errori ma in modo efficace, sono curiosi e chiedono il nome degli oggetti, conoscono circa 1000 o più parole incluse: se, quando, perchè, emozioni, numeri e lettere dell'alfabeto.
20/02/2022
Articolo scritto da:
#MissLaura - #E4YC